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INCENDIO TETTO A SALE MARASINO

INCENDIO TETTO A SALE MARASINO

Questa mattina all’alba, martedì 7 gennaio, la comunità bresciana di Sale Marasino, sul lago d’Iseo, si è svegliata alle prese con un incendio che ha colpito un’abitazione . Le fiamme hanno interessato il tetto dell’edificio residenziale e sul posto, anche da Berzo Demo dove si era verificato un rogo al rifugio Loa, sono giunti i vigili del fuoco di Darfo Boario Terme e Sale Marasino con l’autoscala e e un’autobotte da Brescia.

L’intervento è stato richiesto per domare l’incendio e procedere con la bonifica e messa in sicurezza dell’abitazione. Gli operatori sono chiamati anche a capire le cause delle fiamme.

Fonte: www.quibrescia.it


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ARRIVA IL FREDDO, HAI PULITO LA CANNA FUMARIA?

INCENDIO TETTO VIGILI DEL FUOCO SALE MARASINO

Rischio Incendio.

Il legno è ancora un valido combustibile e come tale continua ad essere impiegato anche per il riscaldamento dei nostri ambienti di vita. Con l’approssimarsi della stagione fredda il bisogno di riscaldarsi induce ad accendere il fuoco ma il piacevole tepore delle fiamme che si sprigionano dalla legna che arde cela un subdolo rischio di incendio che solitamente si manifesta attraverso i condotti che servono a portare all’ esterno i prodotti della combustione: i cosiddetti camini. Senza entrare nel merito delle norme che ne regolano la costruzione che spaziano dalla EN n. 1547/1999 alla EN 14471/2005, a seconda dei materiali impiegati, vediamo come si può sviluppare un incendio di camino per utenze alimentate a legno, trucioli, cippati etc. La combustione dei solidi è caratterizzata dalla produzione di fuliggine che si deposita lungo la parete interna del camino; se non viene rimossa si accumula e, specie dopo la stagione estiva, diventa estremamente secca e può prendere fuoco nel momento in cui si utilizza il caminetto o la stufa. ll fenomeno può essere molto violento e dall’esterno il comignolo appare come una ciminiera che sbuffa fumo e faville, queste ultime possono propagare l’incendio anche a distanza. Il camino si surriscalda e se non è sufficientemente coibentato può propagare il fuoco per conduzione se a contatto ci sono sostanze combustibili; si possono anche verificare delle crepe e a questo punto gli ambienti attraversati si espongono ai fumi ed alle fiamme.

Cosa deve fare chi ha nella propria abitazione un caminetto o una stufa a legna? 

La pulizia del camino è un’operazione che va eseguita all’inizio di ogni stagione e, se occorre, anche durante. Si deve controllare l’integrità del camino su tutto il percorso e allontanare qualsiasi materiale combustibile che vi si trovi a contatto. In caso d’incendio chiamare i Vigili del Fuoco,112, in attesa del loro arrivo si può cercare di chiudere con un supporto incombustibile l’apertura del caminetto o della stufa in modo da ridurre l’apporto di ossigeno e limitare in tal modo la combustione. Controllare la tenuta del camino su tutta la sua lunghezza allontanando eventuali materiali combustibili a contatto o nelle immediate vicinanze. Non gettare acqua sul camino perché il repentino raffreddamento ne potrebbe causare la rottura. Se non si possiede un estintore a polvere l’uso dell’acqua deve essere limitato allo spegnimento dei materiali combustibili posti nelle vicinanze del camino infuocato. Attenzione, dunque, perché i danni potrebbero essere molto gravi.

SEI UN INSTALLATORE O HAI APPENA COSTRUITO O RISTRUTTURATO CASA?

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Tetti e camini in fiamme, ecco come prevenire gli incendi

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Sono in media 300 ogni anno nella nostra provincia gli incendi di tetti canne fumarie, che spesso provocano danni ingenti, rendendo inagibili gli edifici e costringendo intere famiglie fuori casa. Roghi che costringono i vigili del fuoco ad interventi generalmente molto complicati e rischiosi.

Si potrebbero prevenire con adeguata progettazione e manutenzione degli impianti.

Guarda il servizio di Teletutto o leggi tutto l’articolo nel link seguente:

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Nasce in Università la formula che previene gli incendi dei tetti

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Il progetto nasce nella Facoltà di Ingegneria di Brescia dalla collaborazione tra la ricercatrice Mariagrazia Pilotelli, Davide Luscietti e il Centro studi di Anfus ai quali si è poi aggiunta Manuela Neri, studentessa di Ingegneria Edile – Architettura alle prese con la tesi di laurea.

Come? Semplicemente incrociando sulle tabelle già pronte le caratteristiche della canna fumaria, da installare o già in sede, quelle del tetto e la temperatura che ci si aspetta. Se la casella è verde l’impianto è sicuro,

Continua a leggere nell’articolo del Giornale di Brescia.

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